PENSIERI E PAROLE…di Vivian Parra- pubblicazione di Piero Lelli
Ti sei mai chiesto perché ai bambini non viene più insegnato a scrivere in corsivo?
E no, non è un caso che tendano a usarlo sempre meno.
Scrivere in corsivo significa tradurre i pensieri in parole; ti obbliga a non staccare la mano dal foglio.
Uno sforzo stimolante, che ti permette di associare idee, collegarle e metterle in relazione.
Non a caso la parola "corsivo" deriva dal latino currere, che corre, che fluisce, perché il pensiero è alato, corre, vola.
Certo, il corsivo non ha più posto nel mondo di oggi, un mondo che fa di tutto per rallentare lo sviluppo del pensiero, per riempirlo.
Penso che il corsivo sia nato in Italia e poi si sia diffuso in tutto il mondo.
Perché?
Perché era una scrittura compatta, elegante, chiara.
Ma la nostra è una società che non ha più tempo per l'eleganza, per la bellezza, per la complessità; abbiamo la sintesi ma non la chiarezza, la velocità ma non l'efficienza, l'informazione ma non la conoscenza!
In generale, sappiamo troppo e troppo poco perché non siamo più (in generale) capaci di mettere in relazione le cose. La maggior parte delle persone non riesce più a pensare.
Ecco perché dovremmo tornare a scrivere in corsivo, soprattutto a scuola.
Perché non si tratta solo di recuperare uno stile di scrittura, ma di dare nuovo respiro ai nostri pensieri.
Tutto ciò che ci fa vivere, che nutre l'anima, che sostiene lo spirito, è legato al respiro.
Senza respiro, come dicevano gli antichi greci, non c’è pensiero.
E senza pensieri non c’è vita.
(Vivian Parra)